Sindacati Regionali di Stampa

Il nuovo blog delle sindacaliste e dei sindacalisti delle Associazioni regionali di stampa della Fnsi

La Fnsi di domani: la nostra idea di sindacato

fnsi logo congresso ChiancianoPubblichiamo di seguito il contributo in tema di riorganizzazione della Fnsi presentato dal Coordinamento delle Assostampa per un Sindacato di Servizio (Capss) durante l’incontro di Firenze del 14 novembre 2014. Un tema che sarà di certo al centro del dibattito nel corso nel XXVII Congresso della Stampa Italiana in programma a Chianciano dal 27 al 30 gennaio prossimi.

RAGIONANDO SUL SINDACATO DI DOMANI: COME VORREMMO RIORGANIZZARE LA FNSI (contributo del Capss ai tavoli di discussione di Firenze) – LA RIORGANIZZAZIONE DELLA FNSI.
Le associazioni regionali, statutariamente elemento fondante della Federazione della Stampa, hanno sempre più bisogno di servizi: servono risposte immediate alle necessità del territorio. Il lavoro delle ARS sta diventando sempre più tecnico, più specialistico, le associazioni devono essere in grado di dare risposte a domande su tematiche legate alla legislazione, al diritto del lavoro, sulla applicazione dei contratti, fnsi-fieg e aeranti corallo, sugli ammortizzatori sociali, devono poter analizzare in profondità i bilanci e rispondere con numeri e dati alle aziende.
Devono poi essere in grado di rivolgersi a “l’altro mercato del lavoro”, quello parasubordinato o autonomo, al sistema del welfare debole. Devono parlare la stessa lingua degli uffici legali e di quelli amministrativi. Sempre più si sente la necessità di un sindacato con due teste, una, tradizionale, che guarda al mondo del lavoro dipendente, l’altra rivolta al lavoro parasubordinato ed autonomo.
La seconda testa deve essere anche in grado di guardare all’Unione Europea, al mondo dei progetti Europei e ai fondi legati alla progettazione. E’ un mondo ancora poco esplorato e di cui il nostro sindacato sa troppo poco. Un lavoro enorme e che cresce costantemente, al quale molte associazioni si stanno attrezzando in proprio perché le risposte che arrivano dalla Federazione non riescono ad essere sempre tempestive.
Ma il nostro sindacato non può limitarsi alla risposta, deve anche insistere sulle proposte, dobbiamo analizzare con dati e strumenti adeguati la situazione per rispondere alle controparti anche tecnicamente e con elaborazioni teoriche; l’obiettivo deve essere quello di riuscire a fare prima analisi approfondite e poi politica sindacale.
Per ottenere questi risultati serve una organizzazione agile, funzionale e su più livelli; abbiamo bisogno di persone che studiano, pensano e progettano strategie per il futuro rendendo patrimonio comune le buone pratiche sviluppate nelle varie associazioni.
In questo momento, sommersi dal lavoro sul campo, fermarsi a riflettere è sempre più difficile; il lavoro del giorno dopo giorno, ci toglie tempo, energia e la capacità di pensare. Ed è per questo che abbiamo bisogno di una struttura centrale che dia queste risposte. Serve una struttura che riesca a far lavorare assieme Federazione, Inpgi, Casagit e Fondo complementare. Serve una collaborazione più stretta tra gli enti. Ognuno con il suo ruolo e i suoi compiti ma tra i nostri enti deve esserci un comune sentire, gli obiettivi devono essere comuni e condivisi.
Ancora più centrale e fondamentale deve essere il Dipartimento sindacale, presieduto dal Segretario generale. Il lavoro poi deve essere distribuito tra tutti i componenti del Dipartimento che può essere composto anche da Consiglieri nazionali con comprovata esperienza. E’ necessaria una migliore integrazione con le Ars. E’ necessaria inoltre una struttura centralizzata che aiuti i colleghi nel reperimento dei fondi dell’unione europea. Che li tenga informati sulle opportunità di lavoro che arrivano dall’Ue e che dia consulenza sulla preparazione dei progetti europei. Alcune associazioni regionali si stanno già attrezzando, ma bisogna ottimizzare le risorse, evitare sprechi e duplicazioni, avere linee di condotta comuni e trasferimenti di informazioni certe e immediate.
Un problema rimane il rapporto con l’ordine nazionale. Con gli ordini regionali le esperienze sono diversificate, ma in molti casi si lavora a stretto contatto e in collaborazione. Diverso è il caso dell’Ordine Nazionale. Pensiamo che vada fatto un tentativo per riallacciare i rapporti, anche se, non dobbiamo nascondercelo, con questi vertici e con questa struttura di rappresentanza l’impresa appare molto difficile. Ma sui temi della libertà dell’informazione, sui temi etici, sulla difesa del ruolo del giornalismo il percorso può e deve essere comune.
La nostra proposta è l’integrazione tra gli enti. La Fnsi deve riallocare e razionalizzare le proprie risorse che comunque non appaiono sufficienti, non possiamo pensare di fare tutto in casa. Avremmo bisogno di altre risorse che al momento è impossibile prevedere. La risposta potrebbe venire dagli enti della Categoria. Bisogna pensare a mettere insieme capacità e conoscenze per riuscire a dare le risposte che le strutture centrali e territoriali necessitano. Solo per fare qualche esempio bisogna riuscire a valorizzare e ad ampliare le esperienze dell’Inpgi e di realtà come la Basilicata (formazione) e Lsdi (toscana). Il nuovo supporto creato dal sindacato dovrebbe operare assieme a quello dell’inpgi per dare consulenze, assistenza, notizie, documenti alle Ars per vertenze aggiornamenti cause e per formazione.
Il centro studi servizi formazione potrebbe essere una delle strutture Fnsi in cui valorizzare, non essendo un ruolo esecutivo, anche eventuali disponibilità di prepensionati o pensionati. Dobbiamo poi riuscire a dotarci anche di un efficace strumento per comunicare all’esterno, abbiamo bisogno di un “ufficio stampa” che ci renda presenti nel dibattito sui temi che ci riguardano, che riesca a spiegare ai colleghi i nostri obiettivi e il nostro lavoro. E’ necessario pensare ad un responsabile della comunicazione che deve sovrintendere a tutta l’area (bisogna rifare il sito, utilizzare canali come i social network, riuscire ad attivare su specifiche necessità il centro studi e altri opinion makers). Il nostro sito deve diventare anche una biblioteca suddivisa per tematiche, un archivio dove mettere in comune e poi trovare le varie esperienze/vertenze fatte sul territorio.
Il progetto è ambizioso perché deve portare a cambiare in profondità la struttura della FNSI. Dobbiamo rivalutare ruoli, competenze e professionalità. Riteniamo perciò che questo progetto molto ambizioso vada affidato ad un segretario generale aggiunto o ad un membro di giunta con una unica delega. Il rilancio della partecipazione sindacale, il contenimento dei costi e l’assunzione di decisioni in tempi rapidi devono passare anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie disponibili. Capitolo a parte la commissione lavoro autonomo (centrale nella “rivoluzione” della Federazione, ma che va ripensata a partire dalle valutazioni del “tavolo” sul lavoro autonomo).

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Un commento su “La Fnsi di domani: la nostra idea di sindacato

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